Il bimbetto marocchino che quasi ti salta sul cofano per
pulirti il parabrezza, il senegalese che,
all'approssimarsi del semaforo, con qualsiasi tempo, fa
lo slalom tra le auto lanciando pacchi di fazzolettini
come fossero fiori a un matrimonio e che poi, se gli
allunghi 50 centesimi, ti fa un sorriso a 32 denti e ti
augura buona giornata. Il nigeriano che ti corre dietro
con la sua carrozzina senza bebè, ma colma di mollette,
spugnette e bustine e ti chiama mamma, felice come una
pasqua, nemmeno avesse incontrato la sua vera madre. Il
pakistano che macina chilometri sulla spiaggia, si
accoscia ogni tanto sotto un ombrellone e, mentre
sciorina davanti alle signore in vacanza i suoi
oggettini d'argento, mostra anche la foto della sua
famiglia che non vede da cinque anni. E le cinesine, le
coreane, le filippine che, con quei loro visi levigati e
le espressioni imperturbabili ti offrono maglioncini e
camicette nei mercatini rionali. Le rumene, le ucraine,
le russe e le polacche che, con infinita pazienza,
arrabattandosi con la lingua e le ricette della nostra
cucina, diventano angeli del focolare di vecchie signore
esigenti che i super impegnati figli hanno loro
affidato. Ovunque, oggigiorno, ci imbattiamo in questa
colorata umanità. Ci siamo mai chiesti, però, cosa c'è
veramente dietro i candidi sorrisi degli africani,
l'apparente serenità degli orientali, la quieta
rassegnazione degli slavi? Guardiamo mai in faccia chi
ci lava il parabrezza, chi ci offe i fazzolettini e le
mollette, chi ci consiglia il colore della camicetta?
Regaliamo mai loro un sorriso o scambiamo qualche
parola? Cerchiamo di farlo più spesso e sicuramente
scopriremo che, dietro quei visi che ci sembrano così
diversi dai nostri, ci sono un'anima ed un cuore, dei
muscoli e della carne, delle ossa e del sangue
perfettamente identici ai nostri! Così come c'è la
nostalgia per i colori, gli odori, i sapori, i costumi
della loro terra e il rimpianto per le famiglie lontane.
Gli stessi sentimenti dei nostri connazionali che, spinti
dai medesimi sogni e bisogni, si avventurarono con le
loro valigie di cartone legate con lo spago alla volta
della "Terra promessa" americana. Ormai è evidente a
tutti che l'Europa sta diventando una comunità
multietnica e multi religiosa. In essa, quindi, uomini e
donne di colore, etnia e fede diversa dovranno imparare,
non solo a convivere, ma a camminare insieme, a
costruire insieme un domani per i loro figli. Per noi
cristiani la fede non si è mai identificata con
un'etnia, una collocazione geografica o un colore della
pelle. Possiamo perciò imparare l'arte del dialogo, del
confronto, della collaborazione. Il dialogo si instaura
tra persone, non tra individui ed
ideologie e se, in alcuni casi, queste ultime è
possibile e doveroso rifiutarle, le persone vanno sempre
accettate. senza però la pretesa di cambiarle, di
convertirle alle nostre idee, alla nostra religione. Il
dialogo dovrebbe sempre iniziarsi nella convinzione che
promuovere l'unità del genere umano, imparare a
conoscersi, ad amarsi, a rispettare le diversità, non
può che arricchire tutti noi e realizzare già in qualche
modo il progetto di Dio sulla Storia: pace, libertà,
rispetto dei diritti umani, verità e giustizia,
spiritualità, abolizione della violenza, solidarietà,
amore per i poveri e i diseredati, tutela dell'ambiente,
sobrietà della vita. Questa dovrebbe essere la
piattaforma del dialogo e, nel momento in cui tutti i
popoli tenderanno alla realizzazione di questi valori
assoluti, potremo lasciare a chi verrà dopo di noi un
mondo, magari non perfetto ma, paradossalmente più umano
e divino al contempo.
Maria Letizia
Girotondo dei bambini bianchi
Il bambino
negro non entrò nel girotondo dei fanciulli bianchi.
I
fanciulli bianchi giocavano tutti in un vivo girotondo
di canzoni fresche ed allegre risate.....
Il bambino
negro non entrò nel girotondo.
E arrivò il vento
accanto ai bambini
e ballò con
loro e con loro cantò
le canzoni e le danze
delle aspre tempeste.
Il bambino negro non
entrò nel girotondo.
Uccelli e stormi
volarono cantando
sulle teste
ricciute dei bambini
e si posarono tutti
intorno.Alla fine
volarono i loro
voli,cantarono i loro inni.
ma il bimbo negro non
entrò nel girotondo.
Poesia del
Sudafrica (G.B.Victor)
I HAVE A DREAM
Io accarezzo un sogno: che i miei quattro
figlioletti possano vivere un giorno in una nazione dove
non saranno giudicati per il colore della pelle, ma per
la qualità della loro indole.
Io oggi accarezzo un sogno: che un giorno
lo stato dell'Alabama, dove attualmente le labbra del
governatore gocciolano parole d'intervento e
annullamento, si trasformi in modo da consentire ai
bambini neri e alle bambine nere di unire le loro mani a
quelle dei bambini e delle bambine bianchi per camminare
tutti insieme come fratelli e sorelle.
Io accarezzo un sogno oggi: che un giorno
ogni valle venga innalzata, ogni collina e ogni montagna
abbassata, che i luoghi impervi vengano spianati e
quelli contorti raddrizzati e la gloria del Signore sia
rivelata e possano vederla tutti insieme allo stesso
modo.
Questa
è la nostra speranza. Questa è la
fede con cui faccio ritorno al Sud.
Questa è
la fede mediante la quale potremo
ritagliarci
dalla montagna della disperazione una
pietra di speranza. Questa è la fede
mediante la quale saremo in grado di
trasformare le stridenti dissonanze
della
nostra nazione in una stupenda sinfonia
di
fratellanza. Con questa fede saremo
capaci
di lavorare insieme, pregare insieme,
lottare
insieme, andare in prigione insieme,
difendere la libertà insieme, certi
che
saremo liberi un giorno.
MARTIN LUTHER KING JR
Guardo i tuoi occhi
e vedo foreste e fiumi e montagne.
Ascolto la tua voce
e sento altre voci intonare
i dolci canti della tua gente.
Mi accosto a te
e le narici si inondano dei profumi
dei fiori e dei frutti
della tua terra.
Stringo la tua mano
e sfioro la morbidezza dei tessuti
che indossano le donne del tuo paese.
Accolgo il tuo sorriso
e il mio cuore vede i sorrisi
dei tuoi figli lontani.
Tutto in te mi parla di nostalgia,
ma anche di coraggio, di umiltà,
di desiderio di pace.
Ti guardo ancora
e vedo solo....
..un figlio di Dio!
Maria
& Marygraphics 2014
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