Ogni anno, all’approssimarsi del
Natale, quando le vie della città si vestono di luci e nell’aria si respira quel
non so che di magico, quando attraverso i vetri si vede lo scintillio di tanti
alberi colorati e i bambini scrivono le letterine a Babbo Natale, cominciano ad
affollarsi nella mia mente i tanti ricordi dei Natali passati. Ricordi gioiosi e
allegri o malinconici e pervasi di tristezza che scorrono , come i fotogrammi di
un film, davanti ai miei occhi. E rivedo i Natali felici trascorsi a casa dei
nonni, dove si dava tanta importanza alle tradizioni, in primis a quella del
presepe che a Napoli è particolarmente sentita. In quei tempi non si era
abituati a mangiare di tutto tutti i giorni e quindi si aspettavano le feste
natalizie anche per gustare succulenti pranzi e squisiti dolci. E poi il
primo Natale con mia figlia di quattro mesi per la quale, anche se poco
capiva, sotto l’albero c’erano tanti pacchetti. E, ancora, il Natale col
pancione quando aspettavo mio figlio che sarebbe nato a gennaio. Gli occhi
mi si velano di malinconia quando penso al primo Natale senza il mio papà e
ricordo la strana atmosfera del Natale subito dopo la tragedia del terremoto
dell’80. Ma poi sorrido rammentando quel 24 dicembre in cui mi travestii da Babbo Natale ed
andai a bussare alle porte di tutti i bambini del parco. E rivedo il loro
stupore e la loro e la mia gioia. Ci sono tanti altri momenti fissati nel mio
cuore, ma scopro che il tempo è passato senza che me ne accorgessi ed è l’ora di
cominciare a fare i preparativi per questo Natale che sarà, come sempre, sfumato
di tanti sentimenti ed emozioni e che il 26 dicembre riporrò nello scrigno dei
ricordi più cari.